La protesi peniena è un dispositivo medico che si impianta mediante procedura chirurgica in pazienti con deficit erettile di tipo organico, di diversa origine, non suscettibile di terapia farmacologia. In casi selezionatissimi si puo’ eseguire anche su pazienti psicologici con indicazione validata da uno psichiatra o psicosessuologo. Le protesi possono essere inoltre utilizzate per correggere anomalie congenite o acquisite del pene, quali deviazioni o malattia di La Peyronie, e come supporto nella conversione ginoandroide. L’impianto non modifica lo stato di turgore del glande, la sensibilità peniena e l’orgasmo, che pertanto rimangono immodificati dall’intervento chirurgico.
I dispositivi possono essere suddivisi, sulla base dei criteri costruttivi e di funzionamento, in due grandi categorie: non-idraulici ed idraulici. Le protesi non-idrauliche, anche dette semirigide, comprendono le protesi soffici, le malleabili e le meccaniche (ormai poco utilizzate). Le protesi idrauliche si suddividono in base al criterio di progettazione e realizzazione del meccanismo di gonfiaggio in modelli monocomponenti (non più utilizzati), a due componenti e a tre componenti. Le bicomponenti sono composte da due cilindri gonfiabili che si inseriscono all’interno dei due corpi cavernosi e da un pompa–serbatoio sistemato nello scroto. Le tricomponenti hanno in più un serbatoio più grande che si inserisce nell’addome, nello spazio pre-vescicale. Queste ultime sono da preferirsi poiché offrono il miglior risultato sia dal punto di vista estetico che funzionale, offrendo una perfetta dissimulazione sia a pene eretto che flaccido, anche in virtù del fatto che l’impianto avviene attraverso una piccola incisione scrotale o sovrapubica perfettamente mimetizzata. Nelle protesi idrauliche sia esse bi che tricomponenti, l’erezione meccanica avviene mediante la attivazione della pompetta, posta nello scroto, che convoglia il liquido (soluzione fisiologica) dal serbatoio nei cilindri posti nei due corpi cavernosi che quindi si irrigidiscono e tali rimangono fino alla loro detumescenza attivata schiacciando una micro valvola posta sulla pompa stessa.
L’intervento chirurgico, tecnicamente non impegnativo, è condotto in anestesia spinale o generale, e viene esguito da me in regime di Day Hospital con ricovero la mattina e dimissione nel primo pomeriggio. Al mattino successivo verrà rimosso il catetere urinario ed eseguita la medicazione. Per tale ragione i pazienti provenienti da citta’ lontane sono invitati a dormire a Firenze la prima notte-Dopo tre-quattrogiorni di riposo, sarà possibile riprendere le quotidiane attività, evitando di eseguire sforzi di qualunque entità per almeno tre settimane. Il dolore post-operatorio è contenuto, e comunque ridotto dall’aiuto di farmaci ad azione antiflogistica e antalgica. La complicanza sulla quale va posta piu’antenzionee’ l’ infezione che nella mia casistica si attesta sul 2%.In ragione di cio’ alla dimissione viene prescritta una copertura antibiotica orale e intramuscolo per 10 giorni-L’ attivazione della protesi avviene dopo 4 settimane-
Dal 2013 eseguo l’intervento in Day Hospital
Nel giugno del 2013 ho eseguito il primo intervento al mondo di posizionamento contemporaneo di protesi peniena e prostatectomia laparoscopica-Robotica.
Faccio Parte del Board della Società Italiana di Andrologia che gestisce il Registro Italiano Protesi-http://androprotesi.it/portfolio-items/nicola-mondaini/
www.villadonatello.it
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